La coppia che ci piace è sbilanciata. Non è perfetta. E fa sempre parlare di sé, almeno da quando le donne hanno deciso che le convenzioni sociali non fanno bene alla salute, che si vive una volta sola e chi si sposa fa una scommessa e amen: se va bene sarà un successo, altrimenti almeno ci avranno provato. Lei over 40 e lui under 30: ecco la coppia che ci piace di più. Quella in cui lui è più giovane ma non è un bambino e lei ha qualche ruga ma non è (e non sarà mai) una signora di mezza età vestita solo Chanel. Non lo diciamo perché siamo materialiste o perché vogliamo prenderci la rivincita sull’immagine del manager attempato e accompagnato da ventenni un po’ snob che potrebbero essere la controfigura di nostra sorella in carriera. Non lo diciamo perché siamo sprezzanti e vogliamo che sia una donna a sfoggiare il bellone di turno. Noi crediamo davvero nella coppia imperfetta: lei è sicuramente una diva, geniale, ironica e madre esemplare, lui uno dei pochi maschietti che hanno deciso di andar controcorrente, spiazzare la mamma e uscire dalla riserva indiana in cui sono confinate le anime nobili, capaci o scapestrate per davvero (e non per esigenze di copione). Ma per tutte le altre coppie? Per tutte le altre donne che in privato sognano l’abito bianco con venti metri di strascico – chi dice il contrario è una bugiarda – e un fotografo che le faccia diventare Grace Kelly? Questo è un terreno minato. È un terreno oscuro e intricato non solo perché di mezzo ci sono le donne che, come si sa, sono complicate per natura e per scelta esistenziale. Ora che le donne hanno fatto fuori il Principe Azzurro e al Cavaliere (per ovvie ragioni) non credono più, con chi si possono sposare? Chi possono davvero scegliere quando decidono di convolare a nozze più o meno giuste? La domanda è complicatissima perché parte inevitabilmente da una negazione. Anzi: da un elenco di no. La risposta inizia infatti dal catalogo ragionato degli uomini che “se li conosci li eviti”, che “va bene una volta ma non tutta la vita”, quella insomma del “mai sposarli né ora né mai”. Ogni donna è in grado di compilare lo speciale indice censorio in soli cinque minuti perché glielo hanno insegnato (alla fine diventerà patrimonio genetico) le vicende sentimentali di intere generazioni femminili, i miti della storia, i racconti della nonna e le disavventure della migliore amica. Ecco qualche esempio ragionato raccolto fra donne, abbastanza casuale e allo stesso tempo emblematico. “Non sposare mai qualcuno che sembri vostro nonno o vostro figlio: si rischia di cadere in trappola e di dover fare la madre o l’infermiera a vita. Fuggire a gambe levate dagli amici del fratello, perché se va male ci rimettete il ragazzo e di certo litigate col fratello; per lo stesso motivo evitare di invaghirsi del fratello dell’amica (a meno che lei non voglia levarselo dai piedi una volta per sempre). Niente nozze col primo fidanzato: se il primo amore non si scorda mai, perché aggiungere al dramma una croce aggiuntiva e sposarselo pure? Schivare accuratamente tutti quelli troppo simili a voi: in famiglia una pecora nera basta e avanza, non serve formare un gregge. È meglio scegliere qualcuno che abbia interessi diversi dai propri e pochi fondamentali piaceri in comune, come il caffè rigorosamente amaro, la musica solo dal vivo e la pizza col rosmarino. Ci sono inoltre, nella lista degli uomini da non sposare neanche in sogno, una serie di categorie da evitare per principio. Non bisogna mai sposarsi col proprio psicanalista o col chirurgo plastico: questa gente saprà sempre troppo di voi. Niente balzane idee di nozze col macho convinto e ostinato, quello che avete conquistato dopo anni di corte serrata. Fuggire a gambe levate davanti a chiunque abbia fama di intellettuale illustre e rinomato, o ancor peggio sfigato, quello che s’è lasciato incantare dal modo in cui gli avete smontato con un sorriso sarcastico la sua teoria scientifica preferita”. L’elenco continuerebbe ancora ma basta a rendere l’idea dell’oggettiva difficoltà in cui si trovano le donne (credevate forse che dicessimo gli uomini?) che vogliono sposarsi. E non bisogna affatto sorprendersi se all’indice sono finite “categorie” (sic est) di maschietti che solo apparentemente sembrano diverse fra loro. Una volta per tutte bisogna infatti rompere tabù e false convinzioni: non è vero che le donne sognano il macho latino e sposano gli intellettuali e non è neanche vero che sognano gli intellettuali e sposano i playboy farabutti. Dopo decenni di illusioni e di imprese disperate le donne hanno finalmente capito che macho e intellettuali pari sono, o per lo meno sono molto simili: perché sono entrambi noiosi, narcisi e totalmente inaffidabili. Prendete un macho convinto, un latin lover magnetico. Si fa guardare? Certo. Vi fa sbandare? Può darsi. Poi guardate l’orologio: quanto è durata la sbornia conteggiando anche il fuso orario? Il macho va bene solo per gli occhi. Lui non è tipo da portare all’altare: camminereste sempre sui bicchieri di cristallo perché lui è innamorato prima di tutto di sé e per amarsi meglio ha bisogno di mettersi costantemente alla prova e di correr dietro a tutte le donne fra i diciassette e i cinquantacinque anni ben portati. Il macho è noioso. La sua carica di erotismo spesso è fasulla come la sua abbronzatura d’inverno. Prendete un intellettuale (sempre che sia originale). Si fa apprezzare? Certo. Vi fa sentire la donna di Shakespeare? Può darsi. Poi guardate l’orologio: quante ore sono che parla solo di sé senza contare il fuso orario? L’intellettuale va bene solo per animare qualche festa mondana. Lui non è tipo da portare all’altare: è innamorato prima di tutto delle sue teorie e per amarsi meglio ha bisogno di ripeterle all’infinito nei suoi saggi, nei suoi libri e ai convegni in videoconferenza che inevitabilmente preferisce a una cena romantica con voi. Prendete il genere dei ricercatori universitari e dei giovani prof. Quelli sono come i marinai: hanno una donna per ogni università, una fidanzata per ogni seminario e una schiera di ragazzine che vogliono far carriera e farebbero carte false per dare l’esame (e il post-esame) con loro. C’è il genere “professori attempati e rinomati all’estero”. La sbadataggine è il loro vezzo preferito, le giacche spiegazzate la loro mania, le giovani la loro ossessione e la fama mondiale la loro aspirazione. Dove troverebbero mai il tempo di dedicarsi a voi? E inoltre: volete mettere dopo qualche anno di nozze, quando il vecchietto intellettuale dovrà destreggiarsi con noiosissimi problemi di salute e il mal di schiena e il male all’anca mentre voi siete uno schianto e ballate ancora la rumba? C’è il genere musicista maledetto o poeta che ricerca la fama: per definizione cercheranno la gloria e non certo le vostre grazie. Quindi non c’è dubbio alcuno: con macho e intellettuali non si convola. Epperò a questo punto un piccolissimo dubbio ci assale. Se lo stato dell’arte è questo. Se machi e intellettuali li abbiamo stroncati. Se i comuni maschietti li abbiamo scartati. Se i giovani latitano perché spaventati. Tutti gli altri dove saranno finiti? Chi li ha eliminati? O meglio: chi se li sarà sposati?
Sabrina Bergamini